Le invisibili Signore della Musica. Dirige l’orchestra Anna Rollando

Pensate a 10 nomi di compositori. Avete dieci secondi.
1…2…3…4…………10
Siamo certe che tra tutti quelli che vi sono venuti in mente non c’è neanche una figura femminile e questo non perché non ci siano state compositrici o musiciste nel passato ma semplicemente la storiografia celebra soltanto la parte maschile, relegando le donne nell’ombra.
Artiste fastidiose
Creatrici invisibili
Adesso cercate su YouTube Lamento di Barbara Strozzi e mettetela in sottofondo.
Fatto?
Ora leggiamo…
Nel passato l’educazione musicale era un contesto culturale generalmente negato alla donna salvo rari casi, come l’appartenenza ad un ceto elevato o l’entrata in un convento.
Le poche che si occupavano di musica lo facevano con modestia, da loro ci si aspettava solo leziosaggine.
Sembra quasi uno scherzo il fatto che la patrona della musica sia Santa Cecilia, anche perché le fonti affermano essersi trattato di un errore di trascrizione dai manoscritti antichi.
No! Non sarà un articolo aneddotico questo. State per assistere ad uno spettacolo su carta. Avete un biglietto prestigioso, siete spettatori speciali. Mettetevi comodi, prendetevi tempo. Lasciate che la vostra mente metta a fuoco gli angoli bui della Storia, quelli dove la luce è solo di striscio.
E’ proprio lì che si nasconde un archivio spesso dimenticato, fatto di note e spartiti.
Adesso attenti.
Le luci si spengono, siede seduti in platea. Il sipario si apre…
Pagine voltate, note nell’aria. Suoni melodiosi ed evocativi
Un’alchimia.
La grinta di Carmen Campori, prima direttrice d’orchestra donna, talentuosa lavoratrice accanto a nomi quali Uto Ughi, Pavarotti, si unisce alla tenerezza di Niny Comolli sempre circondata da bambini e musicista di sigle storiche come Bim Bum Bam e Topo Gigio.
Il sodalizio artistico ed emotivo di Giuseppe Verdi e Giuseppina Strepponi, il coraggio intraprendente di Germaine Tailleferre che a 91 anni ancora riempiva il pentagramma.
Tante donne ad esser le prime.
Pioniere di un riconoscimento meritato.
Fin dal IX° secolo anche le monache erano in musica, attente copiste di partiture.
Molte di loro venivano chiamate “sirene celesti” proprio per il grande talento nella materia.
Tra tutte ci è rimasta impressa Hildegarda di Bingen, il cui nome viene generalmente associato alla scoperta del luppolo ma che nella vita fu anche una grandiosa compositrice di musica gregoriana.
Dalla corte del Re Sole alle putte della Venezia del 700, angeliche voci che non si facevano vedere in volto.
Quello che viene fuori da queste pagine è l’eterna lotta femminile per l’uguaglianza, la difesa della propria reputazione dalla falsa idea che un’attività esercitata dai maschi possa essere immorale se fatta dall’altro sesso.
Donne che si sentivano imbarazzate nell’essere ammesse all’arte, mondo da sempre maschile. Portate a mantenere un atteggiamento moderato quando avrebbero potuto sconvolgere, esplorare, far esplodere la loro creatività.
Questa lettura è stata fatta volutamente con lentezza. Ai nomi di cui si narra la storia, l’autrice, Anna Rollando, ha avvicinato anche la musica, titoli dimenticati da ascoltare con le orecchie mentre gli occhi affamati mangiano parole.
È stato un libro di scoperta e di sorprese, a partire dalla scrittura fluida ed elegante, composta ed entusiasta.
Avvolgenti le note che ci vengono suggerite, unite alle illustrazioni, catturate come affascinanti completamenti dei contenuti.
Un prezioso e breve saggio che non lascia fuori nessuno. Inclusivo nel contenuto come può esserlo la musica che non riconosce genere e non fa differenze.
Grande la felicità di iniziare il 2022 con un libro bello a piene parole. Ma noi sappiamo che con la casa editrice Graphofeel andiamo sempre sul sicuro.
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